Articolo n.4

IL FORMULARIO INVIATO VIA PEC

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“IL FORMULARIO INVIATO VIA PEC”

Chiave di lettura del nuovo articolo 193 comma 4 del D.Lgs. 152/2006 ripercorrendo l’evoluzione della normativa.

Questa settimana avrei voluto parlarvi di semplificazione.

Avrei voluto parlarvi di come le amministrazioni del nostro paese siano diventate “smart” e di come finalmente stiano puntando allo snellimento degli adempimenti normativi.

Avrei voluto parlarvi di digitalizzazione, di come trasformando la carta in dati si possa contribuire a ridurre il consumo di risorse con alternative più comode, rapide ed ecologiche.

E invece questa settimana mi tocca parlarvi di italiano.

Eh sì, perché scopriremo come il primo problema della normativa italiana sia proprio…l’italiano.

E quindi, senza oltremodo indugiare, andiamo ad analizzare il caso di oggi:

“IL FORMULARIO INVIATO VIA PEC”

Se nel vostro lavoro avete a che fare con i rifiuti, sicuramente sapete cosa sono i formulari di trasporto (“FIR”) e se avete a che fare con i FIR, sicuramente avete sentito parlare della possibilità di inviare e ricevere la quarta copia di questi tramite Posta Elettronica Certificata (PEC).

LE METAMORFOSI

Molti ritengono che tale possibilità sia stata introdotta solo a seguito dell’ultima recentissima modifica al Testo Unico Ambientale (avvenuta con il D.Lgs. 116/2020). In realtà tale facoltà sussiste già dal lontano 2017 e nel tempo è andata incontro a svariate metamorfosi.

Inizialmente, questa opportunità si era insinuata sordidamente e furtivamente con una nota del Ministero già da luglio 2017 e indicava una procedura di invio e conservazione della IV copia dei FIR.

Se anche voi siete degli storici mancati o semplicemente curiosi di leggere la suddetta procedura, di seguito un link al sito del ministero:

https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/rifiuti/quesiti_rin_FIR_IV_copia_digitale_15052017.pdf

Tale opportunità di digitalizzazione, da pochi riscontrata, si è trasformata da larva a solida crisalide quando, con la Legge di Bilancio del 27 dicembre 2017, n. 205 è stato introdotto l’art. 194-bis nel D.Lgs. 152/2006.

Tale articolo al comma 3 prevedeva che:

“È consentita la trasmissione della quarta copia del formulario di trasporto dei rifiuti prevista dal comma 2 dell’articolo 193, anche mediante posta elettronica certificata.”

Il comma risultava lineare nell’enunciare come l’invio della quarta copia del FIR potesse essere effettuato anche tramite PEC senza alcuna procedura specifica in quanto non citava né la precedente nota del ministero né altra particolare indicazione.

Finalmente il legislatore sembrava essere riuscito ad alleggerire una procedura…a SEMPLIFICARE.

E così, il 3 settembre 2020, con il D.Lgs. 116 dalla crisalide della modifica introdotta tre anni prima dalla Legge di Bilancio è nata una splendida blatta:

Sì, perché l’art. 194-bis comma 3 si è trasformato nel vigente art. 193 comma 4:

4. […] La trasmissione della quarta copia può essere sostituita dall’invio mediante posta elettronica certificata sempre che il trasportatore assicuri la conservazione del documento originale ovvero provveda, successivamente, all’invio dello stesso al produttore. Le copie del formulario devono essere conservate per tre anni.

PARLIAMO DI ITALIANO

Come anticipato l’articolo parlerà di italiano e nello specifico del significato della parola OVVERO.

In italiano due parole con stessa pronuncia, stessa grafia ma diverso significato si chiamano omonime (come riso, venti, mente, etc).

Purtroppo, “ovvero” rappresenta un caso particolare di omonimia perché non solo ha due significati… ma due significati diametralmente opposti:

Quando viene usato nel linguaggio comune, “ovvero” assume più spesso una funzione esplicativa, equivale a dire “cioè” o “ossia”.

Quando viene usato nel linguaggio giuridico, “ovvero” assume più frequentemente una funzione disgiuntiva ed equivale a dire “o” o “oppure”.

QUESTIONE DI PUNTI DI VISTA

Ebbene, nel caso particolare dell’art. 194-bis, il legislatore ha scelto di utilizzare proprio la parola “ovvero” e nessuno di noi può affermare con assoluta certezza se volesse attribuirvi il carattere esplicativo o disgiuntivo.

Certo, considerata l’evidente tendenza a digitalizzare gli adempimenti e l’evoluzione normativa di settore appena raccontata, risulta più logico interpretare “ovvero” con carattere disgiuntivo, tuttavia, tale interpretazione non è universalmente condivisa e alcuni ritengono che il legislatore volesse attribuire ad “ovvero” carattere esplicativo.

Al dì là di ogni possibile considerazione e interpretazione, vi dimostriamo che all’atto pratico, nulla cambia:

Se volessimo infatti attribuire ad “ovvero” carattere esplicativo, il trasportare, dopo aver anticipato la quarta copia del FIR tramite PEC, dovrebbe inviare la stessa anche in originale al produttore del rifiuto; ma quali sarebbero i termini per tale invio considerato che la norma non fornisce alcuna indicazione nel merito?

Estremizzando il concetto potremmo trovarci nella condizione in cui il trasportatore sia legittimato ad inoltrare l’originale della quarta copia del formulario anche dopo tre anni, fermo restando che a quel punto il destino potrebbe essere direttamente il macero visto che i termini previsti per la conservazione della stessa sarebbero scaduti (fermo restando l’obbligo della conservazione dell’originale per quei tre anni).

Dopo aver ripercorso la storia della normativa di riferimento e aver sviscerato l’interpretabilità di “ovvero”, possiamo trarre la conclusione che la trasmissione della quarta copia del formulario tramite PEC è sostitutiva all’invio della copia originale, a patto che sia garantita la conservazione della stessa da parte del trasportatore per almeno tre anni.

Il principio cardine ruota proprio attorno alla garanzia che la quarta copia originale del formulario sia conservata e resa disponibile in caso di controllo per almeno 3 anni, indipendentemente dal soggetto che ne ha la custodia.

Invitandovi a riflettere nel merito, ci auspichiamo che il legislatore scriva le prossime leggi con parole dal significato univoco “ovvero” valuti la possibilità di seguire un corso di italiano.

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